Wie schon im vorigen Beitrag versprochen, reiche ich noch ein paar Bilder der für den Laien wahrscheinlich unappetlich wirkenden Gewürztraminer-Trauben sowie der nicht minder abturnenden Maische nach. Dies nicht unbedingt deshalb, weil ich die Nachfrage nach meinem Gewürztraminer Feld in den Griff bekommen muss.
Come già promesso nel servizio precedente presento delle immagini dell’uva e del pigiadiraspato di Gewürztramier che per il profano sembreranno probabilmente poco apetibili. Non lo faccio certo per limitare la richiesta del mio Gewürztraminer Feld.
Ich zeige diese Bilder um zum einen der andauernden Forderung nach Authentizität nachzukommen und gemäß dem Blog-Untertitel „dem wein ganz nah„ auch jene Aspekte der Weinherstellung zu zeigen, welche normalerweise nicht Eingang in Hochglanz-Broschüren oder Designer-Webseiten finden und trotzdem zur Realität gehören. Zum anderen, um zu zeigen, dass bei bestimmten Sorten und Weintypologien nicht unbedingt die gesundest erscheinenden Trauben auch immer die besten Weine ergeben.
Mostro le foto per soddisfare la permanente richiesta di autenticità e per far vedere, fedele al sottotitolo del blog „all’interno del vino“, quegli aspetti della vinificazione che normalmente non si vedono nei depliant sofisticati o sui siti dal design d’autore ma che fanno parte della realtà. Inoltre voglio evidenziare che per certi vitigni e tipologie di vino le uve più belle e sane non danno per forza il vino migliore.
Im meinem speziellen Fall sind die schwarzen Beeren jene, welche, von der direkten Sonne getroffen, in der Reifephase einen sogenannten Sonnenbrand erlitten haben und in der Folge teilweise oder komplett eingetrocknet sind. Das Absterben der Beerenhäute hat den Wasserverlust möglich gemacht und die Beeren auch schwarz gefärbt.
Nel mio caso gli acini neri sono quelli che, colpiti dal sole diretto, nella fase di maturazione hanno sofferto una scottatura e si sono seccati in parte o totalmente. La necrosi della buccia ha permesso la perdita d’acqua e ha conferito agli acini interessati il loro colore nero.
Nachdem ich mich schon in den vergangen Jahren davon überzeugt habe, dass die betroffenen Beeeren nicht nur sehr süß sondern durch ihren Rosinengeschmack die Komplexität des späteren Weines steigern, werden diese Trauben bei der Weinbereitung nicht nur toleriert sondern sind bis zu einem gewissen Anteil sogar erwünscht. Natürlich, Schönheit ist was anderes, aber wer von den geschätzten Lesern hat schon einmal die Trauben und Moste der bekannteren Trockenbeerenauslesen gesehen?
Dato che già gli anni scorsi ho notato che gli acini interessati non sono solo più dolci, ma grazie al loro sapore di uva sultanina aumentano la complessità del vino, non vengono solo tollerati ma fino ad una certa percentuale addirittura ricercati. Naturalmente, bellezza non è, ma chi dei gentili lettori ha già visto in natura l’uva destinata alle più famose Trockenbeerenauslesen ed i loro mosti?
@ lizzy ed aristide:
devo deludervi, non fa parte di un piano, le scottature non me le sono cercate, ho fatto solo delle osservazioni.
i gewürztraminer gli ho allevati a guyot in quanto è un impianto fatto appena sei anni fa. la defogliatura è abbastanza spinta e me la posso anche permettere in quanto ho le palizzzate molto alte, di foglie restano sempre abbastanza.
ho defogliato relativamente tanto come è normale da noi, per evitare malattie crittogamiche in partenza, applicare meglio i prodotti antiparassitari e perchè i grappoli asciugassero più velocemente dopo le piogge. la botrite è principalmente da evitare in quanto non genera quasi mai muffa nobile ma normalmente quella grigia, precoce, disastrosa per la qualità quasi sempre.
la palizzata alta fa più ombra però lo stesso sono avvenute delle bruciature. al primo anno mi sono spaventato molto e mi sono subito prefisso di sfogliare meno l’anno prossimo. questo anche perchè sull’uva destinata alla cantina sociale dovevo togliere tutti gli acini scottati per non rischiare una cattiva classificazione e di conseguenza prezzi sensibilmente più bassi.
sulle partite che ho vinificato io quell’anno non l’ho fatto in quanto il sapore di questi acini era tutt’altro che cattivo. le vinificazioni mi hanno dato ragione. naturalmente mi manca il confronto con partite dello stesso posto completamente sane ma sono sicuro che la qualità non ne ha risentito in quanto in tanti notano ed apprezzano questa nota da uva passa.
comunque attenzione: i ragionamenti fatti possono valere per questo vitigno che tra i bianchi gioca un ruolo del tutto singolare. mentre per gli altri sono in linea di massima importanti la freschezza garantita anche da una giusta acidità, l’aroma fruttato ecc. per il gewürztraminer sono decisivi piuttosto l’aroma speziato ed un corpo preponderante dove l’acidità non conta.
non penso che per esmpio un sauvignon bianco o un müller thurgau potrebbe trarre vantaggio da un trattamento simile. lì con uva perfettamente sana starei anch’io più tranquillo.
come vedete la storia è quasi banale.
comunque le foto dell’impianto feld si possono vedere quì: http://www.kobler-margreid.com/italiano/immagini/gt07/gt07.html
Toh, questo genere di uve mi è già più familiare…a volte girando per certe cantine e vedendo tanti grappoli bellissimi e perfetti, mi viene quasi il dubbio che siano …di plastica! Bello= buono e brutto = cattivo allora sono due equazioni che non sempre funzionano, anche nel mondo del vino? Spiega, spiega…! E‘ tutto molto interessante e autentico, complimenti per l’onestà.
Armin, questo è un bel contributo alla conoscenza del mondo del vino.
Grazie davvero. Spiegaci però, in che senso e come cerchi di controllare le scottature degli acini sulla pianta. Se ricordo bene i tuoi impianti sono guyot, e questo facilita il compito: immagino che una potatura verde abbastanza „aggressiva“ – nel senso di rimuovere un po‘ di foglie in più di quanto necessario – sia un modo per favorire le scottature. Ma lascia a te spiegarlo.
Grazie.
Ich hatte beim Wimmen die Gelegenheit, diese eingetrockneten Beeren zu verkosten und kann deren süßen Rosinengeschmack bestätigen. Mein Fazit: alles, was man von der Traube noch mit Genuss essen kann, sollte auch in den Wein gelangen, unabhänig vom Aussehen.
Ho avuto modo di assaggiare durante la vendemmia questi acini essiccati e posso confermare il loro sapore dolce di uva sultantina. La mia conclusione: tutte le parti dell’uva, che mangiando danno ancora piacere, possono anche far parte del futuro vino, indipendentemente dall’aspetto visivo.