Merlot, was fällt dem interessiertem Weintrinker zuerst dazu ein? Château Pétrus, Masseto oder herkunftsbefreite, standardisierte Rotweine, welche beim Diskounter um 1,50 € oder weniger angeboten werden? Tatsache ist, dass diese Rebsorte eine enorme Flexibilität hinsichtlich Menge und Güte aufweist. Aber wie immer ist es nie Verdienst oder Schuld einer Rebsorte, welche Weine sie hervorbringt, sondern die verschiedenartigen Bestreben der Menschen, welche sie anbauen und verarbeiten.
Quando il bevitore conscio sente la parola Merlot a cosa pensa? A Château Pétrus, Masseto o a vini standardizzati, totalmente privi di caratteristiche di provenienza che nei discount si trovano a 1,50 €? È un fatto che questo vitigno presenta una straordinaria flessibilità nei confronti di quantità e qualità. Ma come sempre non è mai merito o colpa di una varietà che vini dà, ma da ricercare nei differenti obiettivi che hanno le persone che la coltivano e trasformano.
Merlot gehört nicht zu den neu in Südtirol verbreiteten Sorten. Er ist schon in der Folge der Bestrebungen Erzherzog Johanns ab 1840 oder spätestens in einer zweiten Welle um der vorletzten Jahrhundertwende, ausgehend von der Weinbauschule San Michele an der Etsch, in unser Weinbaugebiet gekommen. Daraufhin hat die Sorte eine bestimmte Verbreitung erlangt, wobei Siebeneich bei Terlan einerseits und das südliche Bozner Unterland mit Margreid und Kurtatsch andrerseits die bedeutendsten Orte darstellen. Neben einer grundsätzlichen Eignung für die Böden und das Klima ebendort war es sicher hilfreich, dass bei Merlot ohne großem Aufwand — natürlich mit qualitativen Abstrichen, aber trotzdem — auch größere Mengen produziert werden können. Andere neu eingeführte rote Rebsorten wie z.B. der Blauburgunder hat diese Ertragsstruktur nicht. Man muss sich nämlich immer vor Augen halten, dass bis vor 50 Jahren Mangelwirtschaft herrschte, die Anforderungen waren deutlich andere als heute.
Il Merlot non viene coltivato in Sudtirolo solo recentemente. È arrivato qui o a seguito dei lavori dell’arciduca Giovanni a partire del 1840 o al più tardi come frutto degli sforzi dell’Istituto di San Michele all’Adige all’inizio del 19° secolo. Dopodiché ha trovato una certa diffusione sia a Settequerce (Siebeneich) vicino a Terlano e nei paesi di Cortaccia e Magrè. Accanto ad una certa predisposizione pedologica e climatica ha aiutato sicuramente il fatto che questa varietà bordolese è anche in grado, ovviamente con rinunce qualitative, di produrre quantità considerevoli. In altre varietà introdotte a quei tempi come il Pinot nero per esempio, questa possibilità è notevolmente più limitata. Bisogna infatti tenere sempre presente che fino a 50 fa di vino ce n’era sempre troppo poco, le esigenze erano altre.
Unser Merlot stammt aus der Lage Klausner, von wo auch einer unserer beiden Grauburgunder stammt. Der Boden ist sandig, etwas Lehm ist aber auch darunter gemischt. Er erstreckt mehr oder weniger von Osten nach Westen und wird an diesen beiden Seiten von den beiden Kalterer Gräben begrenzt. Mit seinen 1,5 Hektar ist er mit Abstand unser größter Weingarten. 1972 wurde er einer alten Dame aus Aichholz abgekauft, zu der Zeit war er, so hörte ich immer, mit Lambrusco-Reben bepflanzt; offene Doppelpergeln mit mehreren Metern Abstand dazwischen zeugten von der früheren Doppel- und Dreifachnutzung: Traubenproduktion und dazwischen Futter- bzw. Ackerbau.
Il nostro Merlot è originario dal vigneto Klausner dove coltiviamo anche uno dei nostri Pinot grigio. l terreno del Klausner non è costituito solo di sabbia fine ma c’è anche un po’ di limo. Si estende più o meno da Est ad Ovest, e viene delimitato su questi due lati dalle due Fosse di Caldaro. Con i suoi 1,5 ettari è decisamente il nostro vigneto più grande. Nel 1972 è stato comprato da un’anziana signora di Roveré della Luna e a quell’epoca, così mi è stato sempre raccontato, era impiantato con Lambrusco (a foglia frastigliata? Enantio?). Erano pergole doppie aperte con diversi metri di distanza tra i filari ed in questo vecchi testimoni di un utilizzo diversificato del vigneto: Produzione di uva e tra le ale foraggicoltura ed arativo.
Daraufhin hat mein Vater dort u.a. Merlot gesetzt und sich, wie es damals und bis Mitte der 80er Jahre beinahe ausnahmslos üblich war, für die Pergl als Erziehungssystem entschieden. Insbesondere auf Grund der Bodenzusammensetzung wird unser Merlot nie die Dichte und Wuchtigkeit jener aufweisen, die z.B. auf Lehmböden gewachsen sind. Natürlich, ein gezügeltes Ertragsniveau, viel Pflege und wie immer eine fortgeschrittene Traubenreife verleihen auch unserem Produkt eine bestimmte Fülle, Länge und Alterungsfähigkeit, aber wir setzen mehr auf Eleganz, Feinheit und Frucht in der Nase.
A seguito del passaggio di proprietà il mio padre ha piantato Merlot optando come sistema di allevamento la pergola semplica. Questa scelta dalle nostre parti era normale per la totalità degli impianti nuovi fino alla metà degli anni 80. Soprattutto a causa della composizione del terreno il nostro Merlot non avrà mai la potenza di uno cresciuto per esempio sull’argilla. Certo, una resa ridotta, molta cura in vigneto ed una maturazione avanzata conferiscono anche al nostro prodotto una certa pienezza e lunghezza in bocca nonché una predisposizione ad un certo invecchiamento. Comunque il suo forte è di più l’eleganza, la finezza ed il fruttato dell’aroma.
Dementsprechend kommt auch hier eine zurückhaltende Önologie zum Einsatz: Die Maische gärt für zumeist zwei Wochen in Edelstahlfässern mit Schwimmdeckel. Zyklisches Unterstoßen, Überpumpen und manchmal ein Délestage kommen zum Einsatz. Nach Ende des vollständigen Zuckerabbaus bleibt der Wein noch zwei bis drei Wochen auf den Trestern um noch etwas strukturgebendes Tannin zu extrahieren. Nach dem Abzug von den diesen lassen wir den Jungwein zuerst in anderen Behältern aus Edelstahl, wo die Grobhefe absitzen kann. Dann kommt er in gebrauchte kleine Pièces (die burgundische Form der Barriques) wo er den biologischen Säureabbau macht und für ungefähr 18 Monate, bis zur Füllung, reift. Die Fässer habe ich zu Beginn unserer Tätigkeit, d.h. 2006 und 2007 ganz bewusst schon gebraucht erworben und bis heute nicht gewechselt. Sie sind jetzt im 15. Jahr ihrer Verwendung und machen genau das, was sie sollen: sie sind ein Behälter, wo mittels Reifevorgänge die Gerbstoffe weicher und damit angenehmer werden, und trotzdem der Wein keine Aromatisierung von außen erfährt.
Di conseguenza in cantina viene applicata un’enologia di tipo cautelativo: Il pigiadiraspato fermenta in serbatoi di inox per almeno due settimane subendo rimontaggi, follatura e anche qualche délestage. Dopo la conversione completata degli zuccheri in alcol il vino rimane ancora in contatto per altre due o tre settimane con le vinacce per permettere l’estrazione dei tannini che danno struttura al prodotto. Dopo la svinatura si fa decantare il vino giovane per due settimane in altri serbatoi perché si depositi la feccia grossolana sul fondo. Di seguito si riempono le pièce (forma borgognotta della barrique) dove oltre ad affinare per circa 18 mesi fa anche la fermentazione malolattica. Questi fusti sono stati acquistati all’inizio della nostra attività, cioè nel 2006 e nel 2007 volutamente usati e non sono mai stati cambiati finora. Adesso, che sono al loro 15° anno di utilizzo fanno esattamente quello che voglio: sono contenitori dove l’affinamento rende le sostanze polifenoliche più morbide ed avvolgenti e nello stesso tempo non conferisce al vino un’aromatizzazione dall’esterno.