Seit einiger Zeit stelle ich mir die Frage, ob die üblichen Weinpräsentationen mit der Anwesenheit der Winzer, welche nicht nur ihre Weine zum Kosten ausgeben sondern auch diese vorstellen und auf Fragen der Besucher eingehen, nicht eine Vorstellungart ist, welche die beste Zeit schon hinter sich hat. Warum? Weil ich immer häufiger festestellen muss, dass uns dabei das Publikum abhanden kommt. Es gibt zwar immer wieder Lichtblicke mit viel und interessiertem Zulauf, aber das sind erfreuliche Einzelfälle, welche den Trend kurzfristig unterbrechen und m.E. nur jene Ausnahmen darstellen, welche die Regel bestätigen.
Da un po‘ di tempo mi domando, se le degustazioni in presenza dei produttori che non solo versano i vini ma sono anche disponibili a dare spiegazioni non siano una forma di comunicazione che ha oltrepassato il suo periodo migliore. Perchè penso a ciò? Perchè devo constatare che il pubblico viene a mancare. Ci sono ogni tanto delle eccezioni, barlumi di speranza che però interrompono solo brevemente una tendenza, le eccezioni che confermano la regola.
Natürlich kann diese Beobachtung auch abgestritten werden und sie fußt auch nicht auf belegbaren Zahlen, aber der eine oder andere Kommentar meiner Berufskollegen nach erfolgter Präsentation bestätigen mich bisher in meiner Annahme. Wenn ich zurück blicke, stelle ich das auch als allgemeinen Trend fest: in meiner Erinnerung der letzten Jahre sind Produktvorstellungen unserer Vereinigung genau so betroffen wie andere, bei der die gesamte Weinwirtschaft anwesend war oder auch wo einzelnen Sorten wie Riesling, Gewürztraminer oder Blauburgunder zu verkosten waren.
Certamente si può contestare questa mia osservazione che peraltro non si basa su numeri, ma i diversi commenti dei miei colleghi a seguito delle manifestazioni confermano la mia impressione. Se guardo indietro mi sembra che sia una tendenza generale: nei miei ricordi degli anni scorsi ne erano interessanti sia gli eventi della mia associazione, sia le manifestazioni dove erano presenti tutti, sia le degustazioni di varietà singole come il Pinot nero, il Gewürztraminer o il Riesling.
Das abnehmende Interesse, wenn es schlussendlich nicht nur mein Eindruck ist, betrifft besonders die Zusammensetzung des Publikums. Der Anteil der Profis, seien es Gastronomen, Vinothekenbesitzer, Wiederverkäufer, Importeure und Journalisten hat besonders stark abgenommen und kann durch das gegen früher gestiegene Interesse von Privaten nicht aufgewogen werden. Dass der einzelne Konsument sich mehr um den Dialog mit dem Produzenten bemüht und sich aus erster Hand informieren will ist erfreulich, noch mehr freut einen Winzer aber, wenn er jene Leute trifft und bei ihnen Interesse weckt, welche seinem Weinhof tatsächlich spürbaren Umsatz versprechen. Wegen der Hoffnung auf diese wichtigen Kontakten werden die besonders bei kleinen Betriebsgrößen spürbar teuren Veranstaltungen mit dementsprechenden Einsatz an Geld und Zeit bestritten.
L’interesse calante, se non si riduce solo ad un’impressione mia, riguarda soprattutto la composizione del pubblico. La porzione di professionisti del vino, ristoratori, enotecari, distributori, importatori e giornalisti è diminuita molto e non è stata compensata pienamente dai privati. Che il singolo appassionato si interessi ad un dialogo diretto col produttore è importante, giusto e benvisto. Quest’ultimo però è ancora più contento se incontra persone che prospettano fatturati essenziali per l’azienda. È soprattutto per questo ovviamente che si partecipa a manifestazioni che comportano un dispendio di denaro e tempo tutt’altro che trascurabile, soprattutto per le aziende piccole.
Veranstaltungsorte, Zeitpunkte, zu verbessernde Einladungensmodalitäten und Abläufe, alles wurde als Ursache immer wieder herangezogen, aber meiner Meinung nach sind die Ursachen anderswo zu suchen. Bis jetzt, die Diskussion ist eröffnet, kommen mir folgende Gründe plausibel vor:
- Die Profis haben generell immer weniger Zeit; damit sie ihre normale Arbeit verlassen, muss die Anziehungskraft der Veranstaltung immer größer werden.
- Die Anzahl der Veranstaltungen ist gegenüber früher gestiegen, wenn auch nicht so stark wie oft pauschal argumentiert wird.
- Wesentlicher in meinen Augen ist aber, dass der Bedarf an Weinwissen inzwischen gedeckt zu sein scheint. Zu Beginn der goldenen 90ger Jahre, als die Gastronomen begannen, ihre Weinkeller und -karten ordentlich aufzurüsten, waren noch Defizite hinsichtlich Informationen über Winzer und Wein vorhanden. Jetzt braucht man ihnen kaum mehr was zu sagen und die Weinkarten werden tendenziell eher schlanker als umfangreicher, der sinkende Weinkonsum tut zudem das Seinige.
- Warum sollten sich die gestressten Hoteliere und Vinothekenbesitzer einen halben bis ganzen Tag Zeit für eine Weinmesse nehmen, wenn die Anbieter zu ihnen ins Haus kommen, wann sie Zeit haben? In dieser allgemein vom Angebot und nicht der Nachfrage geprägten Zeit geben sich dort doch Vertreter und Produzenten die Klinke in die Hand.
- …
Località poco adatte, date sbagliate, procedure degli inviti e svolgimenti migliorabili, ecc., sono state nominate volta per volta in modo sbrigativo come cause di questo sviluppo. A mio avviso i veri motivi sono da cercare altrove. Finora nei miei ragionamenti sono arrivato alle seguenti conclusioni (provvisorie), la discussione è aperta:
- I professionisti hanno generalmente sempre meno tempo a disposizione. Perchè lascino il loro lavoro la forza di attrazione delle manifestazioni deve essere alta ed è costretta ad aumentare continuamente.
- Il numero degli eventi è cresciuto col tempo, anche se devo dire che questo motivo mi sembra sopravalutato.
- Più decisivo secondo me è il fatto che le necessità di conoscenze attorno al vino sembrano ormai soddisfatte. All’inizio del periodo d’oro, attorno ai anni 90, quando i ristoratori hanno cominciato a revisionare ed ampliare in modo significativo le carte dei vini e di conseguenza le loro cantine, c’erano ancora dei deficit di informazione circa i vini ed i loro produttori. Oggi non c’è più bisogno di dirli tante cose, le carte vengono ridimensionati, il consumo calante fa il resto.
- Perchè i gestori di ristoranti ed enoteche dovrebbero prendersi una mezza o intera giornata di tempo per una fiera, se i produttori o gli agenti vengono a casa loro, quando loro vogliono? In questo periodo, con più di offerta che non di domanda i clienti professionisti sono assediati da chi propone loro vino.
- …
Ich hoffe, dass einige Leserinnen und Leser zu diesem wichtigen Thema Stellung beziehen und ihre Meinung äußern. Ob das nur meine Beobachtungen sind oder auch ihre, ob die von mir angeführten Gründe plausibel sind oder nicht, ob ich die wahren Gründen noch nicht verstanden habe, usw. Es wäre besonders wünschenswert, wenn die die Profis, um die es geht, in die Diskussionsrunde einsteigen würden. In jedem Fall werde ich/wir unsere Weinkunden befragen müssen, wie laut ihnen eine erfolgreiche Kommunikation zukünftig ausschauen sollte.
Spero che le lettrici ed i lettori prendano posizione circa questa tematica importante e che esprimino le loro idee a proposito. Che dicano loro se le osservazioni fatte sono solo le mie o anche le loro, se le cause da me identificate siano giuste o no o da cercare altrove, ecc. Sarebbe molto auspicabile che i professionisti, di loro si tratta, partecipassero alla discussione. In ogni caso dovrò/dovremo chiedere a loro come vorrebbero essere informatie e coinvolti in futuro.
Ich gehe fast nur mehr auf Sortenverkostungen, wo ich die Weine in Ruhe vergleichen kann.
Io vado quasi solamente a degustazioni varietali, dove posso confrontare i vini con calma.
Meine Schlussfolgerungen, welche teilweise eure Meinungen, Anregungen, aber auch auch einiges an meinen Überlegungen zusammenführt:
Als radikalste und wichtigste Entscheidung braucht es eine extrem deutliche Trennung zwischen den Veranstaltungen für die interessierten Laien und jenen der Profis. Und mit letzteren meine ich jene, die vom Wein in irgendeiner Form leben, und nicht überdurschnittlich Interessierte oder die Bekannten von diesem Produzenten oder jenem Gastronomen usw., hier muss Klarheit herrschen.
Le mie conclusioni che riuniscono un po‘ le vostre opinioni, i vostri suggerimenti ma naturalmente anche i miei ragionamenti:
Come decisione più importante c’è la necessità di una divisione netta delle manifestazioni per i profani interessati ed i professionisti. Per quest’ultimi intendo persone che vivono del vino nelle sue diverse forme, non appasionati di vino od amici di quel produttore o di quel ristoratore, quì ci vuole chiarezza e rigore.
Diese Profi-Veranstaltung sollte einmal im Jahr alle oder möglichst viele Südtiroler Produzenten zusammenbringen, damit der Experte sich jährlich ein vollständiges, einkaufsorientiertes Bild von Südtirol machen kann. Dass sich alle anderen Veranstaltungen im Land terminmäßig und förderungsmäßig dieser unterzuordnen haben, ist selbstredend. Als Form bieten sich die selbsständigen Sorten- oder die geführte Themenkosten an, die Einkäufern interessiert verständlicherweise nicht oder nur ein erstes Mal das Kennenlernen des Produzenten. Das haben mir auch am Rande der Bozner Weinkost viele Gastronomen bestätigt. Er will auf einem Platz konzentriert kosten, bewerten und vergleichen.
Questa manifestazione professionale si dovrebbe svolgere una volta all’anno e dovrebbe raccogliere la totalità o il numero maggiore possibile di cantine in modo che l’acquirente si possa fare un quadro annuale completo della produzione sudtirolese attualmente in commercio. Naturalmente le altre manifestazioni in ambito provinciale si dovranno sottomettere a questa in termini di date, organizzazione e sostegno economico.
Come forma penso che sia ideale la degustazione libera secondo varietà o tematica condotta. All’acquirente non interessa, o forse solo una prima volta, conoscere il produttore, questo mi è stato confermato da diversi ristoratori. Lui vuole degustare, confrontare e valutare in modo concentrato senza dover correre dall’uno all’altro.
Was hingegen die mehr oder weniger gebildeten Laien, die mehr oder weniger interessierten Konsumenten angeht, sollte es weiterhin Publikums-Veranstaltungen in allen Landesteilen, verstreut über das ganze Jahr, geben. Die programmmäßig Allgegenwart des Themas Wein hilft mit, das Image des Weinlandes Südtirol zu festigen. In diesem Rahmen haben Tischverkostungen mit den Produzenten auch noch durchaus Sinn, kann doch somit bei Bedarf einiges an Wissen, wichtige Informationen weitergegeben werden. Bei den Amateuren ist die Lernkurve eben noch steil. Natürlich sollten man es dabei nicht bewenden lassen, gerade für das Erproben innovtiver Formen der Präsentation sollten solche Veranstaltungen genutzt werden.
Agli appassionati invece più o meno preparati, per i consumatori più o meno interessati (#mario?) si dovrebbe invece continuare a proporre manifestazioni pubbliche distribuite in ogni parte della provincia e nell’arco di tutto l’anno. Ciò contribuirà a rafforzare l’immagine del Sudtirolo come terra di vino.
In queste cornici le degustazioni in presenza dei produttori hanno ancora ragione di essere, in quanto possono trasmettere conoscenze ed informazioni utili. Gli appassionati ne possono ancora approfittare in modo significativo.
Naturalmente non bisogna limitarsi in queste degustazioni a questa forma, tecniche innovative di presentazione si potrebbero sperimentare soprattutto in questi luoghi ed occasioni.
Ich denke, dass die strikte Trennung der Zielgruppen die Möglichkeit gibt, diese spezifischer und damit effizienter anzusprechen. Auch weiß man dann als Aussteller, was oder wer einen erwartet, so dass man sich auch auf die möglichen Ergebnisse einer Teilnahme einstellen kann.
Io sono dell’opinione che questa divisione netta tra i target ci dia la possibilità di accogliere gli ospiti in modo più mirato aumentando l’efficienza degli incontri. Da espositore invece so cosa rappresenta veramente la singolo manifestazione e mi posso regolare circa le aspettative.
Ein kurzes Resumé zur Bozner Weinkost, heuer integriert im erstmals organisierten Genussfestival: Meiner Beobachtung nach, und jeder der von mir angesprochenen Aussteller hat es bestätigt, hat diese „embedded“-Form keine Steigerung der Besucherzahlen oder ein zusätzliches Interesse bewirkt. Aber vielleicht ist ein Konstanthalten des gefühlten Andranges heutzutage auch schon als Erfolg zu bewerten. Zudem kann umgekehrt die Bozner Weinkost das Genussfestival qualitativ aufgewertet haben, das wäre auch schon was.
Die beiden ersten Stunden, welche den Profis vorbehalten waren, wurden von diesen nicht bis kaum genützt, die ausstellenden Betriebe fanden hingegen leicht die Zeit, gegenseitig die aktuelle Produktion zu begutachten.
Gut bis sehr gut sind hingegen bei den Profis die Sortenkosten im Schlosshof angekommen.
Un breve resoconto della Mostra dei Vini di Bolzano, quest’anno inserita nel primo Festival del Gusto Alto Adige: Secondo me e di tutti gli espositori che ho parlato questa forma „embedded“ non ha contribuito ad aumentare l’interesse nei confronti della manifestazione o di incuriosire nuove fasce di interessati. Ma forse non diminuire il numero dei visitatori oggigiorno è già un successo, chissà. D’altra parte la Mostra dei Vini può aver valorizzato qualitativamente il Festival del Gusto, anche ciò non sarebbe male.
Le prime due ore, riservate agli operatori del settore, non sono state utlizzate da questi. In compenso i produttori avevano tutto il tempo necessario a disposizione per degustare i vini a vicenda. Da bene a molto bene hanno giudicato i professionisti le degustazioni libere nel cortile interno del castello.
Ciao Armin,
come ho scritto sul sito di Stefano Berti, i problemi sono essenzialmente 2:
A – l’interesse della gente è senza dubbio calato; come dicevi tu, tempo addietro, sia i ristoratori che i consumatori privati erano effettivamente più interessati. Oggi i ristoratori hanno gli agenti che li marcano come Claudio Gentile fece con Maradona ai mondiali del 1982…quindi che interesse hanno?
B – le manifestazioni sono davvero troppe e di conseguenza il consumatore privato è un po‘ disorientato e non sa mai dove andare e se merita andare o no a questa o quella manifestazione.
Sei d’accordo?
Hallo Armin,
wie ich auf der Seite von Stefano Berti geschrieben habe, gibt es im Grunde 2 Probleme:
A – das Interesse der Leute ist in zweifelsohne gesunken; wie du sagtest, vor einiger Zeit waren Gastronomen und Private interessierter. Heute werden sie von den Vertretern gedeckt wie es Claudio Gentile mit Maradona anlässlich der Weltmeisterschaft 1982 gemacht hat… also welches Interesse sollten sie haben?
B – es gibt wirklich zu viele Veranstaltungen und deshalb ist der private Konsument ein wenig orientierungslos und weiß nie, wo hingehen und ob es sich auszahlt oder nicht, diese oder jene Veranstaltung zu besuchen.
Bist du einverstanden?
Liebe Weingemeinde,
im Großen und ganzen geht es mir ähnlich wie A.G. Hempel im Vorbeitrag. Messehallen, ständiges Grundgetöse, schematisches Abhaken von Winzerständen und die immer gleichen Leiern (Handlese blabla Batonnage blabla 12 Monate Barrique blabla) empfinde ich als mühsam und erschlagend, so dass ich mich immer auf das erste Bier am Abend freue. Messen sind aber für mich notwendig und als Kontaktpflege praktisch, weil halt doch alle an einem Fleck versammelt sind. Haben wir was interessantes Neues gefunden, so versuchen wir den gewonnenen ersten Eindruck zuhause zu bestätigen, indem wir mit einer Handvoll Kollegen in aller Ruhe zu Hause erneut verkosten. Danach fällt die Kaufentscheidung. Oft auch bei einem späteren Besuch auf dem Weingut.
Dann möchte ich bemerken, dass die Wirkung von Weinveranstaltungen nicht immer unmittelbar messbar ist. Armin – z.B. Deine Weine, die ich vor zwei Jahren mit einem Kollegen in Verona verkostet habe, geistern immer noch gerne in meinem Kopf herum, wenn ich an eine Sortimentsausweitung denke, aber das schaffe ich durch meine Randlage leider noch nicht. Sicher bin ich da nicht der Einzige.
Bleib an den Messe-Erstkontakten dran, indem Du Dich ab und zu so geistvoll in Erinnerung bringst, wie mit Deinen lesenswerten Newslettern. Damit stichst Du schon aus der uniformen Masse der anderen Aussteller heraus.
Viele Grüße aus Tittmoning
Wolfgang
Lieber Armin, die Analysen gegem die üblichen Weinverkostungen sind durchweg richtig. Übrig bleibt die Kontaktpflege und wenig Weinerlebnis.
Dagegen: Vier Mal im Jahr bin ich drei Tage zu einer Weinbewertung einer vierteljährlich erscheinenden Weinzeitschrift in Deutschland. Die Skala der thematisch angeforderten Weine ist sehr breit gefächert, pro Tag werden ca. 120 Weine in Gruppen zu sechst nach dem Parker System bewertet. Alles in großer Ruhe und Konzentration. Es bleiben viele Eindrücke, die ich dann ausbaue in dem ich mir von Weingütern, die mir besonders aufgefallen sind, anschließend Probesortiments bestelle und zu Hause in aller Ruhe verkoste. Für mich die einzige Form, Weine richtig kennenzulernen. Natürlich benötige ich dazu die Daten der jeweiligen Weine und es ergeben sich anschließend Nachfragen bei den Winzern.
Weinmessen sind für mich ein Horror wegen des Gedrängels, der Nebengerüche, der verklebten Gläser und der Verzweiflung, die einen überfällt, weil man den Weinen in dieser Form nicht gerecht wird, die Arbeit der Winzer durch die notwendige Schnelligkeit entwertet und zu zahlreichen Fehlurteilen kommt, die man bei manchen Weinen erst am gedeckten Tisch mit dem passenden Essen revidieren kann.
Die nachhaltigsten Eindrücke verschaffe ich mir bei Besuchen im Weingut, dem Spaziergang durch den Weinberg, die Persönlichkeit des Winzers und auch der Architektur in dem die Weine angeboten werden -kein Wunder, dass viele neue guten Bauten entstanden sind (s.a. mein Buch „Architektur & Wein, Callwey Verlag München, 2010.
Wein braucht eben Zeit.
Mit herzlichen Grüßen
Andreas Gottlieb Hempel
@armin
keine Ahnung, ob es ein Überangebot gibt, denn wie geschrieben – ich bin mir sicher (obwohl als Händler, der knapp 90 % direkt importiert), dass mich eine ganze Anzahl an Veranstaltungen verpassen (oder ich sie ;-)))
und hier bei uns kann ich eben nicht jedes zweite Wochenende mal ins Weinanbaugebiet fahren, die Winzer Jungweinpräsentation besuchen …
wenn irgendwer einen Tipp hat zu einem zentral verwalteten kalender – ich bin mir ziemlich sicher, dass da deutliches Interesse besteht!!!!
@daniel:
endlich mal ein nordlicht in meinem blog! 😉
verstehe ich richtig, dass es bei euch kein (zumindest gefühltes) überangebot gibt?
was das wissen über veranstaltungen. betrifft, müsste ein zentral verwalteter kalender ins aug gefassst werden, danke für die anregung.
Dann steuer ich mal eine Nord-Gegenmeinung bei ;-))
Es kann schon sein, dasss es ein Überangebot gibt (so liest sich das bei den Vorschreibern ja deutlich), aber: sehr viele scheinen auch recht weit im Süden beheimatet zu sein.
Und selbst wenn es in beispielsweise Hamburg (quasi als Mittelpunkt für Norddeutschland) viele Veranstaltungen geben würde, heisst dies noch nicht, dass wir als Händler auch wirklich immer etwas davon mitbekommen.
Wenn ich mich hier mit Händlern austausche, sind wir zumindest immer wieder überrascht, dass der eine von der, der andere von der nächsten Veranstaltung weiss… Hier ist sicherlich noch Potenzial ;-))
Oder um es ganz deutlich zu sagen: Ich habe nicht das Gefühl, ich wüsste von jeder Veranstaltung hier im Norden.
Abr wie lässt sich das ändern?
Grüße
Daniel
@po
bene sentire anche questo punto di vista.
si vede che c’è ne è da fare, anche nei dettagli.
ma rimediando quello che hai elencato, le cose miglioreranno in modo significativo?
o la stanchezza permarà?
@ andrea:
grazie per aver diffuso il post.
riassumo molto sommariamente (dal prowein) gli interventi di lingua tedesca che poi sono in gran parte sovraponibili a quegli italiani:
troppe manifestazioni in gran parte anche con vini poco interessanti in circostanze poco adatte.
serve troppo tempo per trovare buone cose nuove ed ai giornalisti non viene pagato tutto questo.
alle manifestazioni interessanti c’è troppo pubblico (normale) che impedisce ai professionisti di lavorare.
molti ristoratori ed enotecari sono stufi di questo e si avvalgono perciò sempre più spesso di distributori.
i produttori sono consapolevi di questa evoluzione ed non sperano più di fare nuovi comtatti in quelle occasioni ma le utilizzano piuttosto per curare quelle già esistenti.
La formula effettivamente è stanca come giustamente che dici tu. Come consumatore direi queste cose:
1. mescolare appassionati e operatori è perdente: salvo qualche caso lungimirante i produttori sembrano più infastiditi dagli appassionati considerandoli al massimo degli ubriaconi … e qualche volta è anche vero. Probabilmente il tentativo di scegliere giorni della settimana poco adatti ai semplici consumatori (es. il lunedì) può solo fare bene: almeno ci va solo chi è motivato.
2. spesso non è organizzato un servizio di trasporto pubblico, o è poco pubblicizzato: guidare con un po‘ di vino in corpo è pericoloso e spesso, anche sui siti delle manifestazioni, non sono indicati i mezzi alternativi e non troppo cari con i quali recarsi sul posto: ad esempio, se volessi andare alla manifestazione del Pinot Nero come faccio a non rischiare la patente? Sul sito per esempio non c’è nessuna indicazione, salvo il numero di telefono del taxi: ma quanto costa? E da dove lo prendo? C’è un collegamento con la stazione del treno? mah.
3. Alla fine si assomigliano tutte, non c’è quasi mai una novità.
4. Una piccola idea: prendiamo sempre l’esempio della mostra del Pinot Nero: visto che assaggiarli tutti non si può, perchè non si propone un criterio di scelta? Penso a creare un qualche tipo di percorso logico che accontenti tutti, sia i degustatori sia i produttori, sarebbe così difficile? Costruire dei percorsi in cui sono indicati tutti i vini dello stesso vitigno e dello stesso millesimo presenti contemporaneamente: così posso fare una sorta di degustazione orizzontale; oppure indicare i vini appartenenti ad una stessa piccola zona. Invece si trova tutto un po‘ alla rinfusa e solo gli esperti ci si raccapezzano. Non credo sia difficile. Altrimenti si va a caso e dopo un po’ ci si stufa.
Ciao, PO
@Armin: sicuramente è aumentato il numero di queste manifestazioni. E probabilmente sí, il pubblico inizia a stancarsi non di esse, ma di come sono impostate. Sono molti i fattori che possono contribuire alla riuscita di un evento del vino – il periodo, la location, il tempo metereologico – ma oggi, uno mi pare particolarmente cruciale: il focus.
Di fiere generaliste ci bastano Vinitaly e Merano, le altre devono specializzarsi, devono offrire qualcosa per la quale valga la pena muoversi davvero. Tu dici di aver notato che già in manifestazioni come le Giornate del Pinot Nero o del Riesling l’afflusso di visitatori non è più esaltante come agli inizi: io credo che quelli siano casi particolari, nei quali altri fattori possono giocare a sfavore (il periodo dell’anno? le condizioni ambientali? L’anno scorso ci è stato letteralmente impossibile fare una degustazione a Bolzano a fine agosto, c’erano 30 gradi nel castello che ospitava l’evento!). Insomma, come diciamo noi giornalisti: dateci la notizia. Il Riesling è Riesling tutto l’anno, spiegami perchè dovrei venire ad assaggiarlo proprio in quei giorni.
Argomento molto interessante e che condivido da operatore.
Armin ti chiedo gentilmente se riesci a fare anche un breve riassunto di quanto hanno detto gli altri commentatori in lingua tedesca (come sai un poco lo capisco, ma quando si entra in discussioni tecniche e interessanti meglio essere precisi nel comprendere).
faccio girare ai miei colleghi vinarius questo tuo argomento chissà che qualcuno faccia i suoi commenti.
per quanto riguarda me, io trovo che la formula sia diventata obsoleta, ma non saprei indicarti qualcoas di innovativo,, qualcosa che attiri l’attenzione in questo momento è difficile da trovare.
Prevale comunque una bella fetta di scarsa volontà di andare alla ricerca dei prodotti\produttori e di affidarsi agli agenti che ti portano a casa le loro aziende (anche se a volte ci sono agenti poco professionali..). tutto bello servito in poltrona.. le comodità!!
Andrea
@harald:
auf den punkt gebracht.
die tatsache, auf manchen märkten total „uninteressant“ zu sein, spüre ich immer wieder. zum glück gibt es auch andere.
@ helmut:
nachdem ich ja mehr der entwicklung von früher zu jetzt beobachte, war meine frage war nicht so sehr gemeint, ob es (zu) viel events gibt sondern ob es mehr geworden sind.
wenn es nicht ideal ist dort zu kosten, wo holst du dir dann aber alternativ den überblick, auch über neues?
bis hierher schließe ich, dass es in jedem fall ein überangebot an präsentationen herrscht, was, wenn man weiterdenkt, bedeutet, dass es auch gegenüber dem interesse ein überangebot an weinproduzenten bzw. wein gibt.
@lizzy:
sicuramente di eventi ce ne sono tanti, ma secondo te il numero di manifestazioni rispetto agli anni d’oro è aumentato realmente o si ha solo l’impressione in quanto si è un po‘ stufi di questa formula?
deduco cmq finora dalla discussione che troppe manifestazioni vuol dire anche troppi produttori e/o vino in cerca di consumo rispetto all’interesse.
Armin,
sono assolutamente d’accordo sui punti 1 e 2. Pensa che ogni giorno, in Italia, si tengono almeno 30 eventi enogastronomici. Le occasioni non mancano, ma noi giornalisti siamo costretti a fare i conti con: il pochissimo tempo che abbiamo, i costi da sostenere per partecipare ad un evento, l’importanza dello stesso, eccetera. A questo proposito, ti rimando a un mio intervento (http://www.slideshare.net/nadlaus/i-10-miti-della-comunicazione-del-vino-comizio-agrario-casal-monferrato-201007).
3) Troppa cultura? Troppa comunicazione? Non lo so, non capisco. Quando chiedo ai produttori cosa c’è che non va nel mondo del vino italiano, tra le molte cose dicono tutti: „la comunicazione. Non se ne fa abbastanza“. Insomma, mettetevi d’accordo!
4) Anche su questo sono d’accordo. Le soluzioni più comode (l’agente che viene a portarmi il vino e me lo racconta) sono sempre le più gettonate. Molto però dipende anche dalla passione della singola persona: se ama il vino, va sempre alla ricerca di nuovi prodotti e nuovi produttori.
Argomento interessante, comunque. Da approfondire.
Alles richtig soweit. Bis auf deine Annahme, dass die gestiegene Anzahl der Events nicht stimme. Nun, ich habe es inzwischen sogar aufgegeben zu versuchen, alle anzukündigen, geschweige denn hin zu gehen, so viele sind es geworden. An manchen Tagen fünf gleichzeitig. Man sieht es ja auch an den Termin-Kollisionen der grossen Wein-Messen, seit Jahren überschneiden sich ProWein, En Primeur Woche und VinItali mehr oder weniger, die kleineren gleichzeitig stattfindenden Messen lasse ich jetzt sogar weg.
Ich persönlich gehe kaum mehr auf „Weintage“ etc., aus denselben Gründen, wie Michael und Harry schon schrieben, ich krieg nix dafür und kann dort sowieso nicht vernünftig verkosten, weil ich dauernd von irgendwem angerempelt werde, mir das Alko-Schweiss-Rasierwasser-Gemisch, sowieso alles verleidet und schlussendlich noch von halbtrunkenen Gläser aufgedrängt bekomme, die ich unbedingt kosten müsse 😉
So geht’s vermutlich vielen „Profis“.
Danke für diesen interessanten Artikel jedenfalls.
LG Knalli
@Armin
mit interessant meine ich für den Verkauf interessant. Manchmal finde ich ganz gute Weine, die allerdings nur für mich interessant sind, sich aber nicht verkaufen lassen, weil Winzer, Gebiet oder Sorte für den Mainstream zu unbekannt sind. Diese Weine sind zwar gut, aber uninteressant. Für ein Restaurant oder eine kleine Vinothek können das durchaus interessante Weine sein.
@harald:
danke dir, dass auch die einkäuferseite sich einmal meldet.
durchaus offen, wenn auch desillusionierend, deine meinung dazu.
um dich besser verstehen zu können, was sind „interessante“ winzer?
meinst du das ihn bezug auf ihr renommee oder die qualität der produkte an sich?
solltest du letzteres meinen, dann muss man sich notgedrungen durch die verkostungen durchkämpfen um tolle (neue )sachen zu finden.
jedenfalls interessant das mit dem reservierten zeitfenster, was von uns fws-ler auch fast immer praktiziert wird.
@michael:
danke für deinen bemerkungen aus der sicht des weinschreibers.
also ganz daneben liege ich bis jetzt nicht mit meinen annahmen.
interesant wäre es, von dem einen oder anderen verbesserungsvorschläge zur kommunikation zwischen produzenten und potentiellen abnehmern zu bekommen.
ich selbst bin mit wenig phantasie gesegnet, weswegen ich eigentlich kaum einen ausweg aus dem dilemma weiß.
tatsache aber ist, dass wir als aussteller immer öfter einen beträchtlichen einsatz ohne merkbaren nutzen investieren.
Hallo!
Aus meiner Sicht als Einkäufer eines Handelsunternehmens sind die meisten Weinverkostungen in Österreich aus zweierlei Gründen uninteressant:
1. Es handelt sich um Verkostungen mit uninteressanten Winzern, meist in kleineren Rahmen. Diese sind zwar großteils nur von Fachpublikum besucht, aber die präsentierten Weine sind meist qualitativ uninteressant. Erfahrungsgemäß muss man ca. 10 solche Verkostungen besuchen, bis man einen interessanten Wein findet. Dafür finde ich den Besuch solcher Verkostungen zu aufwändig.
2. Es handelt sich um Verkostungen mit interessanten Winzern. Diese sind sehr gut besucht. Das Publikum besteht aber großteils aus Weinliebhabern, sodaß für mich als Fachbesucher ein konzentriertes Verkosten bzw. ein Gespräch mit dem Produzenten aufgrund des großen Besucherandranges nicht möglich ist. In diesem Fall ist es angenehmer, wenn mir der Produzent ein Offert schickt, bzw. anschließend die für mich interessanten Weine bemustert.
Hin und wieder gibt es ein Zeitfenster für Fachbesucher, aber das ist zu kurz und es werden auch Nicht-Fachbesucher eingelassen.
Harry
Hallo Armin,
ich würde sagen, es ist ein Mischung aus den Punkten 1 und 3. Immer effektiver, immer mehr Ergebnis in weniger Zeit. Wie Du weißt schreib ich ja gern und viel über Wein, aber schon das wird schlecht bezahlt. Die Zeit auf einer Weinpräsentation kann ich keinem meiner Auftraggeber berechnen.
In den goldenen 90ern war der Besuch einer Weinmesse oder Weinpräsentation noch neu und damit aufregend. Irgendwann stellt man fest, so eine Präsentation ist durchaus auch für die Besucher anstrengend. Ich könnte jedes Wochenende irgendwo eine Veranstaltung besuchen und über Wein diskutieren…
Ich könnte mir auch vorstellen, dass manche Gastronomen bei dem Überangebot einfach auch kapitulieren. Es traut sich keiner mehr zu, sich einen Überblick zu verschaffen. Wo anfangen, wo aufhören?
Lieben Gruß nach Südtirol
Michael Liebert
@jacopo: deduco dal tuo commento che i punti 2 e 3 per te sembrano i più decisivi. vedremo se qualcuno vede anche cose non ancora dette.
@stefan: der punkt 2 ist also für dich die hauptursache, lese ich heraus. du kannst auch aus erfahrung sprechen, nehme ich mal an, was den aufwand betrifft 😉
@bernhard: danke für die querverbindung und den detaillierten kommentar. also auch punkt 3 und auch etwas 2, wenn ich richtig interpretiert habe. interessant, dass da ein parallele entwicklung zu beobachten ist. „nur“ für die kontaktpflege aber den ganzen finanziellen und personellen einsatz? zum glück rechnet man in der landwirtschaft nicht.
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Hallo Armin,
ich sehe das aus österreichischer Sicht ziemlich ähnlich.
Ein weiterer wichtiger Grund für die vermutete geringere Anzahl an Gastronomen und Vinothekaren unter den Besuchern ist möglicherweise die Tatsache, dass diese (auch wegen des von dir erwähnten Zeitmangels) immer weniger selbst direkt beim Winzer einkaufen, sondern vermehrt über den Großhandel. Ihre Infos über Weine, Jahrgänge und Betriebe beziehen sie wohl auch von dort, und nicht von Weinpräsentationen.
Außerdem gehe ich davon aus, dass diese Zielgruppe mit Einladungen und Infos per Post und Mail überhäuft wird. Schließlich ist die Konkurrenz (zumindest in Österreich) der Winzer in diesem Bereich heutzutage deutlich größer, als vor einigen Jahren. Sehr oft beobachte ich, dass bekannte Gesichter unter Gastronomen und Journalisten Präsentationen nicht dazu benutzen, um neue Betriebe zu entdecken, sondern eher, um altbekannte Winzer zu treffen.
Das gilt übrigens meiner Einschätzung nach teilweise auch für Privatbesucher, weshalb ich solche Veranstaltungen eigentlich fast nur noch als Kontaktpflege und kaum noch als Gelegenheit zur Neukundenwerbung oder gar zum direkten, konkreten Verkauf betrachte.
Ein Kollege sagte unlängst bei einer Weinpräsentation in Wien, er hätte sehr geringe Erwartungen und sei in erster Linie da, um seinen Buschenschankkalender (mit den Öffnungszeiten für das ganze Jahr) unter die Leute zu bringen…
Herzliche Grüße
Bernhard
Ich glaube du hast recht! Es gibt zur Zeit (vor allem in Südtirol kommt mir vor) ein Überangebot von Weinpräsentationen. Sie werden mehr nur organisiert um Journalisten anzuziehen, doch schaut es nicht gut aus, wenn nur wenig Publikum anwesend ist und zudem sind die Weinpräsentationen mit großen Arbeitsaufwand für Freiwillige Helfer, Produzenten… verbunden!
Hai completamente ragione, nello specifico c’è un enorme numero di eventi che non è compensato (come negli anni passati) da un numero sensibile di clienti tale da giustificarne la partecipazione.
Il boom dei wine-bar è passato, le carte dei vini sono state fatte e i casi di gestori che continuano a fare ricerca sono la minoranza.