Dieses Sprichwort benutze ich gerne, wenn so mancher Teilnehmer an den von mir durchgeführten Kostwettbewerben sich darüber anerkennend äußert. Es ist insofern zutreffend, da es ein leichtes ist, an dem Ablauf von diesen Veranstaltungen etwas zu verbessern, wenn sie über Jahrzehnte unverändert geblieben sind. Dabei geht es mir eingentlich noch nicht darum, die Bewertung der einzelnen Weine zu verändern – es werden die üblichen 100/100 vergeben – sondern andere, augenscheinlichere Mängel zu beseitigen.
Io uso questo proverbio per rispondere ai diversi partecipanti quando si esprimono in seguito con apprezzamento. Il detto è azzeccato nel senso che è facile migliorare qualcosa nello svolgimento di certe manifestazioni se sono rimaste invariate per decenni. Inoltre finora la valutazione di per sè l’ho lasciata immutata, i vini vengono giudicati con il punteggio dei 100 centesimi. Mi stava al cuore ovviare a diverse altre insufficienze più appariscenti.
Zum einen geht es um das Garantieren der Chanchengleichheit der beteiligten Weine. Damit jeder Weine die Möglichkeit erhält, von möglichst vielen verschiedenen Kostern zu allen möglichen Zeitpunkten der Kost und zwischen möglichst vielen verschiedenen Mitbewerbern angestellt zu werden, ist eine vollständige Randomisation gefragt. Aus diesem Grund ist jeder Koster seine eigene Kommission: die Wahrscheinlichkeit, dass ein anderer Bewerter die gleichen Weine in der gleichen Reihenfolge bekommt, ist verschwindend gering.
Per primo si tratta di garantire a tutti i vini partecipanti al concorso le pari opportunità. Per fare sì che ogni vino abbi la stessa possibilità di essere valutato dal numero maggiore possibile di degustatori, di essere proposto nei più diversi momenti dello svolgimento della seduta sensoriale e di venire degustato in mezzo ai più disparati campioni concorrenti ci si avvale di una randomizzazione completa. Di conseguenza ogni giudice fa commissione e la probabilità che un altro assaggiatore abbi i stessi vini nella stessa sequenza è minima.
Der zweite wichtige Ansatz liegt in der Bewertung der Tagesform der Koster. Auch wenn es nicht wirklich alle wahrhaben wollen, auch erfahrene, trainierte Weinkoster bewerten nicht alle Tage gleich gut. Sollen die Beurteilungen von Panelmitgliedern, welche aus physiologischen, häufiger aus psychologischen Gründen an dem einen Tag keine genügend reproduzierbare und differenzierende Urteile abgeben können, die Endergebnisse durch ihre schlussendlich eher zufällig vergebenen Punktezahlen negativ beeinflussen? Ich finde nicht. Ein statistisches Verfahren, das sich an den F-Test der Varianzanalysre anlehnt, setzt die Auspunktungsbereitschaft der Koster und ihre Fähigkeit, gleiche Weine möglichst ähnlich zu bewerten, gegenüber und filtert Koster mit ungenügender Performance heraus.
Il secondo importante concetto consiste nella valutazione della forma giornaliera dei giudici. Anche se non tutti lo vogliono ammettere, anche assaggiatori formati, esperti ed allenati non valutano ogni giorno con la stessa bravura. È giusto che valutazioni derivate da assaggiatori che per motivi fisiologici o più spesso psicologici non esprimono valutazioni abbastanza riproducibili e discriminanti dando per di più punteggi involutamente casuali influiscano negativamente su quelli degli altri giudici? Io direi di no. Un procedimento statistico che si avvale in sostanza della statistica F dell’analisi della varianza confronta l’utilizzo della scala di valutazione da parte di ogni assaggiatore con la sua capacità di riprodurre i suoi giudizi escludendo in questo modo i degustatori con una perfomance insufficiente.
Beim 4. Nationalen Rieslingwettbewerb im Rahmen der 5. Rieslingtage Südtirols in Naturns kam letztlich dieses Kostsystem (es wurde auch publiziert) wieder zur Anwendung. Auch nach meinem Changing bin ich weiterhin an der Weiterentwicklung der Sensorik, auch für Kostwettbewerbe, interessiert. Mal schauen, wie sich das mit meinem Betrieb in Zukunft vereinen lässt. Hindernis oder Synergie? Ich hoffe auf letzteres.
Per il 4° concorso nazionale del Riesling nell’ambito delle 5° giornate altoatesine del Riesling di Naturno è stato addottato per ultimo questo sistema di valutazione, che peraltro è stato anche pubblicato. Anche dopo il mio changing rimango interessato allo sviluppo dell’analisi sensoriale ed anche dei concorsi enologici. Vediamo se questo interesse è conciliabile con il mio lavoro in azienda. Ostacolo o sinergia? Spero che si avveri quest’ultima.
grazie signor pavesio per l’apprezzamento della manifestazione.
circa le sue considerazioni sulla premiazione, il mancato banco d’assaggio e la data della manifestazione ho trasmesso i suoi suggerimenti alle persone competenti.
a presto
armin kobler
Devo complimentarmi per la serietà e l’assoluta imparzialità con i quali si è svolto il Concorso. Personalmente ero alla mia prima partecipazione a Naturno, e sono rimasto favorevolmente impressionato dal sistema di valutazione e giudizio. Penso che in ben pochi concorsi ogni valutatore abbia una randomizzazione così estrema dei campioni da giudicare, tutti non solo anonimi ma frutto di assemblaggio di due o più bottiglie, che ne garantiscono l’omogeneità del vino degustato e credo la qualità, escludendo in maniera quasi assoluta problemi di tappo.
Purtroppo tanta e tale professionalità nel condurre tecnicamente il concorso è stata messa pochissimo o quasi per nulla in risalto dalla premiazione dei vini vincitori: una misera parentesi di un quarto d’ora sabato alle 18 al Teatro Puccini di Merano, in pratica il prologo alla prolissa presentazione e premiazione dei migliori vini della guida di Ian D’Agata. Così come sarebbe stato auspicabile organizzare un banco di degustazione aperto al pubblico di tutti i vini in concorso, come prassi in diversi altri concorsi e come era in uso fino alla passata edizione.
Un piccolo suggerimento potrebbe invece essere quello ricollocare l’evento legato ai Riesling a Naturno in un alra data del calendario, evitando possibilmente la concomitanza con il colossale Wine Festival di Merano.
Grazie ancora per l’invito e complimenti Armin!
Luciano Pavesio